Tour de France 2022, impresa di Bob Jungels!

Bob Jungels si ritrova e conquista la nona tappa del Tour de France 2022. Il lussemburghese della Ag2r Citroen rompe un lungo digiuno e si prende un bellissimo successo di tappa, il suo primo alla Grande Boucle, dopo aver lasciato a una sessantina di chilometri dal traguardo i compagni della numerosa fuga di giornata. Alle sue spalle secondo posto per Jonathan Castroviejo (Ineos Grenadiers) davanti al connazionale Carlos Verona (Movistar) che nel finale raggiungono e sorpassano Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), che sull’ultima salita si era molto avvicinato a Jungels. Tra gli uomini di classifica Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) fa la volata col solo Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) alla sua ruota, mentre Geraint Thomas, Adam Yates e Primoz Roglic prendono il buco pagando 3 secondi.

Fin dalla partenza la corsa mostra tutta la sua dinamicità, con scatti e controscatti che fanno da subito impennare la velocità. Il gruppo si ritrova così rapidamente in fila indiana, mandando da subito in difficoltà Andrea Bagioli (Quick-Step Alpha Vinyl), Ben O’Connor (Ag2r Citroën) e Pierre Rolland (B&B Hotels – KTM), che fortunatamente riescono a rientrare approfittando di un rallentamento. Dopo una serie di azioni infruttuose, il primo a riuscire a guadagnare un tempo effettivamente cronometrabile è Mads Pedersen (Trek-Segafredo), che dopo 16 chilometri ad altissima velocità riesce a rilanciare ai tentativi di Kristian Sbaragli (Alpecin-Deceuninck) e Florian Sénéchal (Quick-Step Alpha Vinyl).

L’attacco solitario del danese produce i suoi effetti, visto che l’ex campione del mondo arriva a prendere una decina di secondi di vantaggio sul gruppo. È la Bora-Hansgrohe ad alzare nuovamente il ritmo e a chiudere su di lui. Mentre si susseguono i tentativi, senza successo, di fuga, una caduta spezza in due il gruppo: coinvolti Neilson Powless (EF), Tony Gallopin (Trek-Segafredo), Michael Woods (Israel Premier Tech), Maximilian Schachmann e Felix Grossschartner (Bora-Hansgrohe). Il gruppo arriva alla prima salita di categoria giornata ancora compatto, a fronte di tantissimi tentativi non riusciti. Dietro si staccano nuovamente Andrea Bagioli e Ben O’Connor, fra gli altri.

Dopo il primo GPM, vinto da Jonathan Castroviejo (IGD), altri attacchi fino a quello che sembra quello giusto, con lo spagnolo che resta davanti assieme a Patrick Konrad (BOH) ,Carlos Verona (MOV), Simon Geschke (COF), Kobe Goossens (IWG), Joseph Dombrowski (AST), Rigoberto Urán (EFE), Warren Barguil (ARK), Jasper Stuyven (TFS), Guy Niv (IPT), Hugo Houle (IPT), Franck Bonnamour (BBK). Dopo un breve inseguimento Wout van Aert (TJV), Benoît Cosnefroy (ACT), Ion Izaguirre (COF), Bob Jungels (ACT), Thibaut Pinot (GFC), Pierre Latour (TEN), Luis León Sánchez (TBV), Brandon Mcnulty (UAD), Nils Politt (BOH) ed Edvald Boasson-hagen (TEN), che tuttavia si stacca e viene riassorbito dal gruppo, riescono a effettuare il ricongiungimento poco prima dello sprint intermedio. Dietro, è la UAE Team Emirates a incaricarsi dell’inseguimento, vista la presenza – in particolare – di Uran.

Da quel momento il gruppo Maglia Gialla mantiene un ritardo di poco superiore ai 2 minuti, concedendo poi un ulteriore minuto mentre ci si avvicina alle salite più dure di giornata, superando la prima metà di gara. All’attacco del Col de Mosses ci sono così 3’14” fra i fuggitivi e il gruppo della Maglia Gialla, che nel corso della salita mantiene il suo ritardo grazie ai compagni della Maglia Gialla. Se al GPM Latour passa con qualche metro di vantaggio dopo un lungo sprint, i 21 uomini di testa restano assieme nella discesa e nel tratto di pianura che porta al Col de la Croix, mentre dal gruppo perde contatto nuovamente O’Connor, ormai in costante sofferenza.

Ovviamente, la situazione cambia rapidamente anche in testa, con Konrad, Latour e Jungels primi a provare a far cadere le foglie morte. Geschke e Van Aert sono i primi a rispondere, ma rapidamente Jungels dimostra di averne più degli altri e parte da solo. L’unico a capire la validità dell’azione è Geschke, che si getta al suo inseguimento e con un forcing deciso si riporta sul battistrada in vista del GPM, dove poi passa per primo per andarsi a prendere il massimo dei punti e virtualmente la maglia a pois. Alle loro spalle restano Urán, Sánchez, Barguil, Konrad, Mcnulty, Pinot, Houle, van Aert, Izaguirre, Goossens, Verona e Castroviejo, che tuttavia sembrano fare fatica a trovare una reale intesa per tenerlo a portata. In cima il vantaggio è di una ventina di secondi, mentre il gruppo scollina con un ritardo di 2’25”, ancora con la possibilità di giocarsi le proprie carte visto che al traguardo mancano ancora 60 chilometri.

Caduto Geschke, fortunatamente senza grandi conseguenze, Jungels resta da solo e nella discesa si costruisce un gran bel vantaggio, arrivando nella pianura che porta all’ultimo GPM con un vantaggio di un minuto sugli inseguitori e 2’40” sul gruppo, che aumenta il ritmo appena la strada torna a salire. Questo provoca la resa di Daniel Martinez (Ineos Grenadiers), che poi al traguardo perderà 16 minuti dovendo dare addio alle sue ambizioni di classifica, mentre Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe) appare ancora una volta in grande sofferenza, ma scortato dai compagni riuscirà a limitare molto bene i danni. Tra gli inseguitori ormai allo sbando, tanto da ritrovarsi a loro volta quasi a due minuti da Jungels, molti si rialzano e l’azione sembra ormai destinta a morire. Di parere opposto è tuttavia Pinot, che decide di dare una scossa

L’azione del francese è decisa e rapidamente se ne vedono i frutti. Il distacco dalla testa della corsa si riduce molto velocemente, con i soli Castroviejo e Verona a restare a loro volta nel vivo dell’azione dopo il secondo scatto del francese, che a quel punto resta da solo. A 15 chilometri dalla conclusione, di cui ancora cinque del GPM, il margine di Jungels è così ridotto a 45 secondi, mentre il gruppo si trova ancora a due minuti, cominciando a far comprendere che potrebbe non darsi battaglia. In vista dello scollinamento a Pinot mancano solo venti secondi, ma la strada spiana leggermente e Jungels può far valere le sue qualità al passo, respingendo l’assalto del rivale. Al GPM i due sono così separati da 22 secondi, mentre Castroviejo e Verona transitano con 42 secondi di ritardo, a loro volta ancora in agguato. Ancora a due minuti invece il gruppo, sempre e solo condotto dagli uomini UAE Team Emirates.

Nella breve discesa che porta allo strappo finale la situazione resta invariata, ma quando si torna progressivamente a salire si capisce rapidamente che Jungels si è tenuto qualche energia da parte, mentre Pinot ormai pedala più con il cuore che con le gambe. La rimonta è dunque fallita e a trionfare in questo confronto fra due corridori di grande talento in cerca di riscatto è Jungels, che conclude ampiamente primo, mentre il francese deve anche subire la rimonta di Castroviejo e Verona, nell’ordine sul traguardo. Subito dopo di loro, improvvisamente, sbuca anche il gruppo, regolato da Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), che nel finale ha messo i suoi alla frusta per una ennesima volata lunga alla quale solo Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) riesce a resistere, mentre gli altri si prendono tutti almeno tre secondi.

Risultato Tappa 9 Tour de France 2022

Classifica Generale Tour de France 2022

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